Io credo che lo facesse per dispetto:
dire male alla madre, bestemmiare quasi
e avere il collo gonfio nell’atto di urlare,
quell’urtare l’aria attorno col braccio, braccare
l’atmosfera a bocca larga e lamentarsi.
Ma sapeva abbracciare
restava per ore attaccato, una morsa
e prendeva le parole della madre
le rivoltava, le vomitava, le cercava
dentro un cunicolo di capricci svaporati.
L’acquaragia la bevo, non la uso per i pennelli.
La madre gettava via il rossetto e metteva
un grido sul volto, più stretto del grembiule
che portava sempre, da domenica a domenica.
L’acquaragia è un solvente
io risolvo
tutte le equazioni
faccio io, come voglio.
(Da Il misantropo dei Sargassi, Edizioni del Foglio Clandestino 2018)