Gianluca Garrapa, Trauma 7

l’epistassi si ferma e scendo le scale. risalgo le scale il bagaglio
che pesa è la tua tenerezza. ora che cedi al riscontro dell’aria
tra porta e finestra. la mamma insiste i pannoloni oh padre tu. la
pastina il cucchiaio l’omogeneizzato. ti stringo la mano. parliamo
così per brevi attacchi di inversione di ruolo. tuo figlio sono
tuo figlio la metà per lo meno che accogli. quella metà che agonizza
con te. la mamma insiste mangia un pochino non mangiasti
gnienzi osci. su papà mangia mena picca picca sforzate nu pocu. la
mamma tua madre hanno cambiato i pannoloni. oh padre tu tu
saresti il padre dell’orda. il simbolo. è questo dunque la larva cui
torni a essere. respiro bene adesso. l’epistassi si ferma e scendo le
scale.

(Da Di fantasmi e stasi. Transizioni, Arcipelago Itaca Edizioni 2017)

Gianluca Garrapa, Gli alberi hanno sangue che gli occhi non vedono

gli alberi hanno sangue che gli occhi non vedono perché
non è rosso. gli occhi hanno esercizi di stile per distinguere l’umano
dall’umano. l’uomo dalla donna la donna dalla donna
l’uomo dall’uomo e la pasta dal riso. certi vasi d’altro canto non
possono che contenere fiori. contenendo un imbuto che contiene
anche i fiori da loro contenuti. e l’occhio che li sfiora. scivolando
sul diagramma inconscio degli odori. sempre che il possessore
dell’occhio abbia sufficienti capacità sinestetiche. introspettive
e taumaturgiche. si chiude. di luppolo e senso di responsabilità
mediocre. vigliacco davanti alla morte. martire del vuoto che lo
crocifigge. marito di una felicità puramente chimica. moglie di
una saggezza che è solo nei libri. amante dell’irrealtà del reale
tanto da credere fermamente a. gli alberi hanno sangue. che i
suoi occhi privi di clorofilla. non vedono perché non è rosso.

 

(Da Di fantasmi e stasi. Transizioni, Arcipelago Itaca Edizioni 2017)

Gianluca Garrapa, ti scrivo per avere un ruolo

Ti scrivo per avere un ruolo.
Ti mostro e poi ti spiego.
La vita è un problema che ti serve.
Ma non c’entra nulla.
Con la tua presenza qui.
Tu che fai di una persona un tu
Ti sei trovato un altro giorno
Tu che hai fatto il bonifico al nulla
Ti ammaestri di lavoro e solitudine
Tu ti sei già iscritto al forum
Tu ti sei già fatto amico il team
Tu rivoluzioni il bagno con la cromoterapia. Aperture laterali e in omaggio. Sei la rubinetteria. E chi ha vinto?
Tu porti a casa la Repubblica e non senti.
Tu bruci lo stomaco bevi acqua e riduci la cellulite.
Chiusure frontali e gratis. Il cinema ti assedia.
Un odore legnoso di fiori e minerali.
Tu ricordi solo le posture dei pianeti.
Un odore dolciastro di tiglio ti frantuma. Il ricordo in nostalgia ti deforma e scopi.
Tu aspetti l’estate come un funerale in una sala da ballo.
Tu sì sei in grado di gestire il mondo.
E non ti piace la musica trap.
Tu sì sei numismatico.
I tuoi suoni preferiti.
La pioggia che batteva sulle foglie.
Come una puttana o un prostituto.
Tu sì che del collagene disperi.
E non hai voglia di vederti stanco.
Tu sì sei parametrico.
I tuoi seni ipernasali.
L’allergia alla politica attuale.
Tu che rinascerai corvo a ferragosto.
Ti perdi nell’urlo della città. La cosa migliore è quella. Il tempo è un aggettivo. Mentre il corpo è congiunzione. Mentre tu sei un coglione. Respiri le cicatrici dell’alba. Ciao. Ho fatto un giro di telefonate. Hai ragione hai detto. E volantini grigi sulle spalle. Le grigliate del parapendio al paragrafo precedente. Cerchi il balsamo per calvi. La città nell’urlo si perde.
Ti assomiglia la cucina che compri. Ti somiglia come il cane che. O come la progenie. O forse no. Se hai bisogno di aiuto. L’Accordo tra l’altro non è un gioco. Ti assomiglia molto più del solito. La pasta che mangi e quei panini farciti di momenti. Ti assomiglia molto più che lo specchio riflesso nella tua immagine. La cliente mi chiede di essere in possesso di diploma. Tu esprimi un miracolo e poi ti buchi le mani. Ti assomiglia la macchina che compri più delle notti che prelievi dal bancomat. Lo vedi l’aquilone. E le onde se ne vanno dal mare. Per contro proprio. Tu questo hai detto.
Tu non sei mai esistito e questo comporta un problema. Tu continui. La porta aperta tranne una cosa. Tu sei l’assassino. L’assessore regionale non è più interessata a eventuali chiarimenti. La segretaria che acquista sempre più potere. Tu regali orecchini con la clip. Tu gridi tutti a tavola e poi li divori. Hai creato tu la realtà virtuale. Tu perché non sei mai esistito.
Tu aspetti il perdono del wi-fi generando codici alimentari. Te ne sarei grato accorto e spento. Tu guardi altrove e non ottieni la fiducia della gente morta. Te ne sarei molto grato se potessi svelarmi la password. Tu nitrisci come un fringuello che sperimenta mondi. Te ne sarei grato se attivassi il tergicristallo sui nostri schermi esistenziali. Tu scordi solo le cose importanti.
Tu sei il momento giusto per capire se ci sono problemi. E la barca presenta una serie di motivi personali. Tu sei il solito giovane che non si arrende alla giornata della gioventù. E la barca è perfetta sul mare. Va in onda televisiva. Tu speri di no e cambi canale. E la tua modularità cerebrale non è consentita. Tu scegli la nave e invecchi ulteriori dettagli. Se non ti piace il clima ti dichiari atemporale. Tu sei tutt’ora in vendita. Tu che fai di una persona un paio d’ore.
Tu sei il portale degli annunci gratuiti.
E lì. Immenso piacere di conoscerti.
Sconfinati pomeriggi d’inverno.
La vita è un casino di posta elettronica.
Connessi alla rete di vendita dei
Nostri smisurati destini.

Gianluca Garrapa, estratto da Persone e oggetti, in questo momento cose

in questo momento ci sono. tre persone con cui condivido. gradi diversi di parentela.. una persona che dorme. una persona pare leggere il fuoco. una persona lavora all’uncinetto.. una persona dorme e è anziana. una persona pare leggere il fuoco e è anziano. una persona lavora all’uncinetto e è giovane.. le tre persone ignorano. che sto scrivendo di loro. ignoro pur io. che scrivo di noi.. in televisione c’è una donna più giovane. più giovane della persona che dorme. e della persona che pare leggere il fuoco. più anziana della persona che lavora all’uncinetto. tutte le persone che cosano in televisione. sono anziane e giovani allo stesso modo. anche loro ignorano che sto scrivendo di noi.. in questo momento ci sono. oggetti con cui. le persone condividono gradi. di prossimità differente. sedia poltrona tavolo muro. fuoco camino tovaglia giacchetto. ago cotone disegno ciabatta.. anello cuscino maglione. legna orologio fiammifero. tessuto occhiali telefono.. gli oggetti osservano ignari. che sto scrivendo di noi. ignoro pur io. di essere oggetto della psicometria. delle cose che erano oggetti.. immagine pixel bicchiere. mobile fiore vaso cassetto. acqua pastiglia mollica zapping. telecomando programma canale. allo stesso modo tutti gli oggetti che cosano. in televisione sono immagini di secondo grado. eppure allo stesso modo degli oggetti fuori dal campo catodico. anche io sono oggetto e sto cosando di loro. ma non sono cosa per loro.. in questo momento ci sono persone. molte cose con cinque persone. condivido gradi di attenzione. una persona è in un libro di filosofia. una persona è in un libro di poesia. una persona è in un libro di racconti. una persona è in un libro di romanzo. una persona è in un libro di psicoanalisi. le persone son tutte morte. ignorano che sto scrivendo di noi. ignoro anche io che sto scrivendo di noi. ma a differenza di noi non sono ancora vivo davvero.. una stessa persona è sdoppiata. in fotografie diseguali che son cronologie progressive. la stessa persona parecchi anni dopo. scriverà di persone che sono in questo momento. anche le persone nelle foto son morte. ignorano di essere morte. ignorano che sono il futuro. allo stesso modo ignoro di essere morto.. in questo momento ci sono oggetti. molti oggetti con cinque persone. per cui condivido gradi diversi d’attenzione. nietzsche adelphi giallo comodino. eliot prufrock bompiani scrivania. l’oggetto che scrive nell’oggetto di poesia scrivania. parise adelphi sillabari comodino. mondadori proust ricerca swann comodino. lacan einaudi seminario comico soggetto scrivania. lampada computer termosifone radio. ignorate che stiamo scrivendo di noi. penna foglio acqua cellulare.. grembiule ritratto fotografia. passaggio dipinto armadio piumone. tenda poltrona disco quaderno. oggetti in foto sospesi da ogni sorte. ignorano l’essere congelati. ignorano che saranno cose. cause di oggetto. rose disperse nel linguaggio. questo.. in questo momento ci sono sedici persone. distribuite in nove fotoritratti. condivido gradi di parentela e di conoscenza formale. alcune ormai sono vive e altre sono ancora morte. ignorano che scrivo di noi. una persona è vestita di bianco e regge un giglio. una persona sorride. due persone posano allegre dietro a un tavolo con una torta al centro. due persone si abbracciano. due persone si abbracciano ma per un altro motivo. una persona è vestita di bianco e regge un giglio ma al suo fianco c’è un’altra persona e dietro di lei due altre persone. una persona posa con un neo finto disegnato per questioni estetiche e sociali.. ignorano che sto scrivendo di noi. ignoro il motivo per cui non si specifica l’età. il sesso. la circostanza. i rapporti sociali. i rapporti tra figura e sfondo. i crescenti disagi che riguardano i rispettivi gradi di putrefazione delle persone vive. e i gradi di trasformazione entropica delle persone morte. ignoro il motivo per cui le mie dita abbiano scelto proprio questa combinazione di tasti. ma non vi nascondo che sono stufo di. in questo momento ci sono oggetti molteplici. distribuiti tra nove fotoritratti. condivido diversi gradi di prossimità e consistenza. alcuni sono vicinissimi ma lontani dall’entropia. altri sospesi nel gelo perenne di una fotografia. ignorano che si scriva di noi. giglio corona palma vestito. dente orecchino sfondo mascara. tavolo torta candela finestra. abito specchio vestito collana. cravatta tulle cappello soprabito. siepe borsetta fiore camicia. neo giacca trucco sfondo parigi.

(Inedito)