Gabriele Xella, Le frontiere trattengono una veste d’organza che è accarezzata dal vento

Attraverso veli in cielo non più oppresso da una matrice di stampa
Sintomaticamente ti arrendi al puro vortice di Settembre
Stai piangendo, ti mordi il labbro nella rovina immaginaria
Le dita che porti alla bocca sotto un tetto di osservazione tra il filo spinato
Generano stelle gemelle venute al mondo
Anche se io non potessi raggiungerti alla foce dorata della fuga
Si manifesteranno le farfalle del desiderio nel mio giardino in fiamme.

(Da Regina immagine/Principe libertà, silloge inedita)

Gabriele Xella, Primo Giardino

Il grande incendio nell’impero quotidiano a pendolo
Lascia intere generazioni come dipinti di Goya
Guerre cinetiche mentre i grandi diademi crollano come cardi nella tempesta
In un Europa fredda nel balenare di una lampadina di un qualunque mattatoio all’alba
Il giunco non abbandona l’abbraccio come se gli fosse proibito dalla terra
Paradiso terreno di liberazione Gesù
Ti stringo nel mentre ti vedo piangendo e lungo piste nomadi vai
Verso una via armonica che pratica carezze con il respiro delle strade di foglie
Per non aver mai il tuo morire tra queste mie braccia
Prendo l’impronta della morte e della vita.

 

(Da Regina immagine/Principe libertà, silloge inedita)