Natàlia Castaldi, C’è una pace oggi nell’ascolto delle cose

C’è una pace oggi nell’ascolto delle cose
che come l’insieme delle gocce
forma l’incalcolabile vastità del mare
quando soffia l’attesa lieve delle onde
sull’increspatura della tua fronte
che arriccia in silenzio il sopracciglio
e pensa

C’è una pace nel sentirsi granello tra le cose
che non si chiede ma si perdona l’esistenza
ora che la fine dell’anno è solo un rito formale
per il computo delle nostre ossa,
un bilico di sabbia d’un tempo inesistente
nelle lingue inceppate tra le intercapedini del senso
C’è una pace tersa stasera nel barattare al tempo il mio perdono

 

(Da Dialoghi con nessuno, Quaderni di Rebstein 2010)

Alessio Barettini, Dicembre

Dicembre accorcia gli orizzonti.
Non lascia dubbi, non vanifica, non nasconde.
Nasce una fine inattesa,
un perfetto equilibrio che ha ingannato ogni programma, ha dato speranza nel buio, ha espresso pura emozione di tempo.

Dicembre stralcia i margini inutili e pomposi della storia.
Dicembre ha parlato, chiudendo le bocche e le voci che avevano creduto di sapere.
Ora viene il silenzio, e ha luci bellissime.

 

(Inedito)

Anna Maria Curci, Quartina XXIX

XXIX

Quando mi troverai già sfilacciata
dalla tua attesa inerte, mio poeta,
bollandoti la fronte penserai
che mai io sono innocua, io parola.

(Da Nei giorni per versi, Arcipelago Itaca 2019)

Giovanni Testori, Di me la sola passione

Da me la sola passione
puoi imparare.
Dal mondo impara
tutto l’arco del sole
e lo splendore,
la grandezza dei gesti
in che consiste crescere,
impara dalle madri
il silenzio provvido
gentile,
dalle tombe la morte,
e dal morire d’ogni giorno
l’esame impara a svolgere.
Medita quando l’ombra
ti cade d’ogni sera
sulla fronte:
è passato, mio amore,
un altro giorno.

 

(Da Per Sempre, Feltrinelli 1970)

Sonia Lambertini, Qui non c’è corpo

Qui non c’è corpo

non c’è un filo di luce da infilare gli aghi
da cavarsi gli occhi, non c’è lingua
che mangi le parole, da scavare il petto

c’è un buco a forma di peccato

un vuoto esilio, suono assoluto
da stare piegati in due centimetri
di terra, a guardarsi i piedi

da cavarsi gli occhi

non ricordo nulla dei rammendi
dei miei ritagli, solo pause
irregolari, da tremare in testa

da scordare il mondo

 

(Da perlamara, Marco Saya Edizioni 2019)

Cristina Bove, Venire ai versi corti

Venire ai versi corti
con me che mi tampino
in terza persona
_mi faccia i complimenti il revisore_
lei è una bozza di poesia incompiuta
direi malriuscita
lei si defila
sostiene il rogo senza fumo
la fossa del cestino

a me non resta che una via di fuga
assenteismo da mancata voce
un foglio vuoto

lei finge di collaborare
chiude persiane e porte
_guarda i miei piedi andare via da soli_
le strofe non asfaltano la strada
fosse per loro andremmo a farci vivi
da un’altra parte
lei annuisce
io per addormentarmi prendo un libro
e mi faccio sparire tra le pagine

 

(Inedito)

Massimiliano Bardotti, C’è un ordine segreto nel mondo

C’è un ordine segreto nel mondo, lo governa.
Tutti pensano sia malvagio il suo padrone.
Invece ha un nome chiaro, che sfama gli affamati
li fa fratelli di mensa. È nella quotidianità del respiro
nella misericordia. È la geografia dell’anima
e fa mappe di sopravvivenza.
Siamo nati già famiglia. Figli della stessa fioritura.

(Inedito)

Bertold Brecht, Leggenda di Natale

Oggi stiamo seduti, alla vigilia
di Natale, noi, gente misera,
in una gelida stanzetta.
Il vento corre di fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.

Oggi noi qui intorno siamo seduti
come i pagani oscuri.
Fredda, sulle nostre ossa, la neve cade:
a ogni costo la neve vuole entrare.
Entra, neve, da noi, non dire motto:
anche nel cielo tu non hai un posto.

Noi prepariamo un’acquavita, dopo
saremi leggeri, con più calore in corpo.
Noi prepariamo un’acquavita calda
brancola un bestione intorno alla nostra capanna.
Entra, bestia, da noi, ma muoviti:
non avete un posto caldo neanche oggi.

Noi mettiamo le giacche nel fuoco
così avremo più caldo dopo!
Dopo per noi ardono subito le travi.
Solo al mattino saremo gelati.
Vieni, buon vento, ti vogliamo ospitare:
perché, anche tu, non hai un focolare.

(Da L’incanto di Natale, a cura di Fabiano Massimi, Einaudi 2012)

Antonio Bux, 22-07-15-21:22

Le punte
più piccole
delle stelle gli archi
fragili e i cosmi
lasciati vuoti
per noi
sovrappongono
rapidi
aurore intere
vicino agli esseri
e le mani per un attimo
splendono
e gli occhi dominati
dai pianeti
dal silenzio di miliardi
di anni luce
scintillano
altrove e sanno
com’è minore
vivere
senza vedere
ciò che resiste

(Da Gabbie In Codice, Oèdipus Edizioni 2017)