C’è una pace oggi nell’ascolto delle cose
che come l’insieme delle gocce
forma l’incalcolabile vastità del mare
quando soffia l’attesa lieve delle onde
sull’increspatura della tua fronte
che arriccia in silenzio il sopracciglio
e pensa
C’è una pace nel sentirsi granello tra le cose
che non si chiede ma si perdona l’esistenza
ora che la fine dell’anno è solo un rito formale
per il computo delle nostre ossa,
un bilico di sabbia d’un tempo inesistente
nelle lingue inceppate tra le intercapedini del senso
C’è una pace tersa stasera nel barattare al tempo il mio perdono
(Da Dialoghi con nessuno, Quaderni di Rebstein 2010)