Ingoiare per sbaglio i noccioli delle ciliegie:
errore di fatalità diresti
istante negato che si partorisce dal buio
emerge dai cunicoli della gola
e li addenta come una madre quando vorace
trascina dai polsi il suo bambino
per insegnargli la ferocia dell’ascolto.
Ritirare la sete:
difetto di volontà diresti
istante scelto che si contorce al sole,
come ritira la lingua la serpe,
la saliva amara.
Spezzare la punta della matita
sentire le vertebre stridere
con la grafite:
errore di precisione diresti
pugile flaccido
bersaglio mancato per un soffio
troppa superbia nell’impugnare l’arma.
– Siamo fatti per cadere –
ti dico mentre ti ergi a un millimetro
dal mio gettare
e vorresti che i coltelli
non sviscerassero il vuoto.
(Da Bruciare la sete, Controluna-edizioni di poesia 2018)
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