Il tempo trascorso nel dolore
A portare in giro la carcassa
È valso a sentire i limiti
E a intonare i lamenti
Per farne un canto
Vestire i panni del docente
Per sopportarne l’indecenza
Bruciando l’idiozia di stato
Negli abbracci dei Down
Correre nel tremore
Dei muscoli consumati
Trovare un cesso sicuro
Per svuotarmi le viscere
La pelle attaccata alle ossa
Fa risuonare il mondo intorno
E piano ne sfuma il contorno
Il vuoto a fatica trovato
Si riempie d’inutili macerie
Pur sempre carne
Residui di vite indistinti
Vorticanti nell’inappagabile
Cercano affannandosi
Briciole di pace e felicità
La colite dei secondini
Il reflusso degli scrutatori
È la colla rancida che
Tutto mantiene
Faccio la spola blue
Tra casa e scuola
In giro tra marmi animati
E musica d’appendice
Il vino al ritorno
È il compagno
Che accorcia
L’attesa per la cura
Ma la cura è la Vita
Che taumaturgica tace
Come vuoto che riempie
(Da Mu, Oèdipus edizioni 2020)