Nunzio Di Sarno, Poesia

Il tempo trascorso nel dolore
A portare in giro la carcassa
È valso a sentire i limiti
E a intonare i lamenti
Per farne un canto

Vestire i panni del docente
Per sopportarne l’indecenza
Bruciando l’idiozia di stato
Negli abbracci dei Down

Correre nel tremore
Dei muscoli consumati
Trovare un cesso sicuro
Per svuotarmi le viscere

La pelle attaccata alle ossa
Fa risuonare il mondo intorno
E piano ne sfuma il contorno

Il vuoto a fatica trovato
Si riempie d’inutili macerie
Pur sempre carne

Residui di vite indistinti
Vorticanti nell’inappagabile
Cercano affannandosi
Briciole di pace e felicità

La colite dei secondini
Il reflusso degli scrutatori
È la colla rancida che
Tutto mantiene

Faccio la spola blue
Tra casa e scuola
In giro tra marmi animati
E musica d’appendice

Il vino al ritorno
È il compagno
Che accorcia
L’attesa per la cura

Ma la cura è la Vita
Che taumaturgica tace
Come vuoto che riempie

(Da Mu, Oèdipus edizioni 2020)