Francesco Gallina, La terapia intensiva

sotto la tonda plastica dei caschi
a ventilazione non invasiva
simile con simile qui è sepolto
inclinando oltre la parabola del mondo

raddrizzata sulla carreggiata l’anima
l’angelo intubatore, l’idraulico
celeste sotto lo scafandro, sillaba
alle valvole parole d’amore

la turbolenza dei flussi d’aria
è il soundtrack che tiene in vita chi da vita
sfugge

(Da Medicinalia, Marco Saya Edizioni 2022)

Sonia Caporossi, la disartrofonia

la disartrofonia insorge a causa di un attacco diretto dei motoneuroni nel tronco cerebrale | per gli effetti spastici sui centri bulbari | oppure a causa di insufficienza respiratoria | comporta disturbi della fonazione | dell’articolazione e della respirazione fonica | non c’è terapia | quando la capacità di comunicare diventa insufficiente | si ha a disposizione un computer | man mano che la funzionalità della mano progressivamente regredisce | si può premere un pulsante | o si utilizza il movimento degli occhi | le soluzioni comunicative sono l’alfabeto morse | la sintesi vocale | la videoscrittura | il disegno elettronico | la musica | la disartrofonia può essere così in parte compensata | ma non per sempre

(inedito)

Antonio Francesco Perozzi, Lo spettro visibile

È apparso il giorno come una cosa
frontale, e prima del previsto. Lecci da poco
si scartano dalla collina che è l’occhio
di noi, le case salite, la strada che.
Mai si sarebbe pensata tutta l’aria
– scarsissima – evaporata tra gli organi
che guardano fuori e appunto il fuori
ora così reattivo alla pelle, grosso, dentro cui.
Difficilissimo spiegare come (droga
degli angeli) si è fatta la pietra (reale), la valle
(reale), la scommessa ormai presa per viaggio.
Così chilometri nell’orizzonte uno scarabeo
si verifica: è lui, primavera di carne che
entra per sempre. È lui, è spostato
qualche secondo in avanti rispetto
al proprio spettro.

(Da Lo spettro visibile, Arcipelago Itaca 2022)

Vincenzo Valentino, Io, per me

Lascio ai poeti celebrati
i gelsomini notturni e le coccole aulenti,
io, per me, non scrivo poesie
per decantare i bei momenti,
per separare l’agio dagli stenti,
per lasciare sul fondo i sedimenti,
detriti di una tormentosa vita;
non è mia l’irriverente morbidezza
di un Bellezza
e neanche l’ironica sagacia
di uno Zeichen:
poeti per palati colti e raffinati.
Loro li puoi trovare in antologie curate,
perfino nei manuali di scuola,
relegati tra le parti non studiate,
o negli scaffali di librai specializzati
seguiti da pochi lettori appassionati.
Io, per me, non aspiro a tanto,
punto a una poesia prosaica,
che piaccia anche al mio idraulico
che mentre stringa un tubo riluttante
senta che il mio verso gli appartenga,
che gli dica del sudore della fronte,
nella speranza che la guarnizione tenga.
Tengo a una poesia che canti di tram pieni di
gente
che colga, in fondo, il senso della vita,
negli sguardi assenti.

(Da Versetti satirici, I quaderni del Battello Ebbro 2019)

Gianni Totaro, Salento

Lasciammo, amici miei, lune annebbiate,
quadri di film già visti, arance fuori stagione
per giungere in questo luogo dai tre cardini
di vento che già s’annuncia con fila d’alberi
maestro ancora vivi e attorno gli ulivi
a macchiare un suolo consacrato
alla fatica e al pianto per chi è assente,
che risuona d’inni e preghiere
fra gli scuri scialli e sotto cappelli neri
segni della croce sporchi di terra,
addii da treni in sola andata…
e non sappiamo se ci confondano
di più queste impressioni o la tiepida
brezza disciolta al suono
vibrato dalla piazza fino al molo
che sfiora vesti e spalle abbronzate
a ragazze dagli occhi normanni.

(Da Inni metropolitani, Edizioni Tabula Fati 2016)

Alessandro Anil, I corpi, nella precisione del cerchio, le membra

I corpi, nella precisione del cerchio, le membra
originarie dell’uomo, ordinate in un giro di corsa,
il grande cavallo cadde con un nitrito e nell’ombra
l’immagine di sé, metà vivi e metà ricordi, le teste
si toccarono nello sforzo, tintinnarono… in quel
lento e progressivo inoltrarsi nel buio di una folla:
latitudine in atto, perfezione di un disegno
che oltre i secoli torna, acqua e poi acqua.

(Da Versante d’esilio, Minerva Edizioni 2019)

Jonathan Alexander España Eraso, Noche desierta

Noche desierta.
El cuello del cordero
aguarda el puñal.

*

Notte deserta.
Il collo dell’agnello
Attende il pugnale.

(Da Paisajes de luz, El Taller Blanco Ediciones / Editorial Avatares 2021; traduzione di Sonia Caporossi)

Valentina Casadei, Quando nelle vene dell’inverno

Quando nelle vene dell’inverno
l’anima si tiene ben dritta
e non cede al precipizio
il crocevia dei geli
rende ai fantasmi una dignità mortale
di strati invisibili
sorti da fondali scoloriti
e nelle piroette di fumo
che fuoriesce dal camino

scivolare

(Inedito)

Gabriele Marturano, Dopo che in Texas

Dopo che in Texas
hanno sfranto ai bimbi la testa
bisogna attrezzarsi
ché l’uomo è una bestia,
ma da docente mi metto nei panni
dei colleghi a stelle e strisce
tutti i giorni a far la guerra all’ignoranza,
preparare nel weekend le lezioni,
spiegare ai ragazzi
che una figura delimitata
da una linea spezzata chiusa
si chiama poligono
come dove impari a sparare,
ma nessuno ci pensa ai prof
a quanto lo zaino gli pesa
e i libri e il caricatore e la Glock
per evitare che
la linea della vita
venga chiusa
spezzata.

(Inedito)

Salvatore Bossa, alla base della scaletta il fiume è una lastra

alla base della scaletta il fiume è una lastra
la sera trascorre sul dorso dei granchi talmente vecchia
che essi la aiutano a instaurarsi sul mondo risalendo i gradoni
anfibi finché la notte sarà densa
e in poche ore la nebbia sul porto, la scaletta immersa
nella terza sostanza
vertiginosa giostra con i piedi di cemento
ad agitarsi nell’illusione

(Inedito)