se non avessi ucciso la parola
che ci esplorava a tratti gli endocosmi
avrei saputo allora disegnare
il giusto paio d’occhi a quella morte
che è scivolata lenta dentro il gorgo
senza uno sguardo muto da evitare
(Inedito)
se non avessi ucciso la parola
che ci esplorava a tratti gli endocosmi
avrei saputo allora disegnare
il giusto paio d’occhi a quella morte
che è scivolata lenta dentro il gorgo
senza uno sguardo muto da evitare
(Inedito)
se provo a farmi verbo
da annotare a margine
della tua prossemica
impeccabile
mi scopro deponente
paradigma difettivo
congiuntivo
frustrazione d’ottativo
conativo
aoristo debole e passivo
iterativo
asemantico ausiliare
irregolare
forse omesso o sottinteso
a ben guardare
resto frase nominale
(Inedito)
per quell’addio
io l’ora l’avrei scelta un po’ più tarda
un tempo a caso
tra quelli che confinano notturni
e stanno aperti
come conflitti in terra di nessuno
porte di templi
dove l’ascesi è ancora orizzontale
(Inedito)
non c’è salvezza nell’integrità
non preservarla
lasciati slogare dalle cose
disarticolati spesso
inocula l’oblio con parsimonia
il dolore non fuggirlo
affila i sensi
stana la bellezza e datti in pasto
al tuo animo auguro l’attrito
la grazia ultima della combustione
(Inedito)
non conosco la parola che stenografi il dolore
che coaguli in grafemi l’infezione dei pensieri
forse è nota di chiusura in volumi fuori stampa
un lessema desueto in idiomi che non parlo
forse è chiusa nel tuo nome, crittogramma senza chiave
o è meronimo del mio, del frammento che ne hai tratto
resta vuota la casella, confessione non siglata
un silenzio raggrumato che ristagna tra le ossa
(Inedito)
semaforo rosso –
ristagna nell’abitacolo
il nostro silenzio
(Inedito)
Di voi stessi
fatene radici
sporcatevi spesso
abbiate presa solida nel tempo.
Fatevi fusto
a volte
fatevi anche ramo
violate a perdifiato qualche altezza.
Sappiate farvi foglia
infine
lasciate andare
disinnescate le certezze, a una a una.
(Inedito)
Date parole alle lacrime
perché scavino il silenzio
e voltando la clessidra
sedimentino memorie.
Date forma e dimensione
ai singhiozzi soffocati
perché nulla più sbiadisce
di un dolore senza nome.
(Inedito)