Annamaria Ferramosca, Bionanostrutture

avrò anch’io, come il geco nelle zampette
in qualche area inesplorata del cervello del cuore
sterminati minimi bioappigli
…………………………….angstrom
capaci di sorreggere
il tuo peso sfrontato di bastione

ti sostengo
mio masso di Stonehenge
urtando urlando contro il cielo

col tatuaggio del nome tuo ripetuto
in finissime impronte
-come nella foglia di loto-
………………………….sul mio petto

(Da Other Signs, Other Circles, Chelsea Editions, 2009)

Annamaria Ferramosca, Una Linguasilenzio Felice Larga Piove

 

una linguasilenzio felice larga piove

penetra cantapetali dentro      nel

dentro innocente sanguelinfahumus

permea senso      senza

metallo che risuoni

 

da muro a muro da spina a spina

i dispersi al tocco sussultano si stringono

di fronte è la gelida notte

lontane le due torri come mammuth

emersi domani dalle nevi

 

ecco che galleggia sopra di me un Atlante

di sperdimento      avvampa

così intensa la musica

ha forma d’arpa il telaio

tutti quei pesi di terracotta

a piombo come ghigliottine

ora stanno in levità di vibrafoni

nel primitivo piegarsi delle spighe

spose che vanno      culle

luce sul confine tra carezza e lama

 

abbiamo consegnato le ferite

insieme alle armi, preferito la festa

le lunghissime tavole sonore

il miele delle nozze diffuso

tornare nudi su terra nuda

farsi gola d’agnello mille volte

se occorre ancora sangue

per il gocciolio della fine

 

porte del mondo che ritornano alberi

città come campi da seminare

illuminati a regno      piove

un silenzio-beatitudo

sonno infantile      lava che pietrifica

 

una fila di pietre da riscrivere

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A Languesilence Long and Happy Rains

 

a languagesilence long and happy rains

penetrates petalsongs inside     in the

innocent inside, bloodlymphhumus

permeates meaning with     without

metal that might resound

 

from wall to wall from thorn to thorn

dispersed people are startled by touch, reunite

faced with the freezing night

the two towers are gone like mammoths

emerging tomorrow from the snow

 

now the Atlas mountains float

over me     bewildering, burning

the music so intense

the loom looks like a harp

all those terracotta weights

like leaden guillotines

now light as vibraphones

among the primitive bending of wheat

brides ambling, cradles

light on the border between caresses and blades

 

we’ve handed over the wounds

and our arms, we’ve chosen the feast

its long boisterous tables

wedding honey flowing

we’ll return naked to naked earth

be the lamb’s throat a thousand times over

should blood be required once more

to drip slowly to an end

 

doors of the world back to trees

cities as fields to be sown

lit like kingdoms        it’s raining

beatitude-silence

a child’s sleep, lava that petrifies

 

we still have a row of rocks to be rewritten

 

(da  Other Signs, Other Circles – Selected Poems 1990-2009,  Chelsea Editions, New York 2009, collana Poeti Italiani Contemporanei Tradotti,  Introduzione e traduzione a cura di Anamaría Crowe Serrano)