Punta e lingua di fuoco! un’impetuosa
luce avanza dentro i boschi d’insonnia,
sola sopra gli organi, è la rosa –
parola che sparge sollievo e sogna
tremiti alfabeti dove ora brilla
il silicio di prima; lallazione
del giorno ansioso che brucia e favilla
sulla fronte dei morti; qui, il tifone
cardiaco, la dea della discordia,
l’oscura corte, conato d’argento
chiaro all’altro fiato delle strofe,
se la parola appagante resiste
nel cerchi dei puri contagi ai bordi
taglienti d’un foglio che abito a stento
(Inedito)