Marco Bini, Ore trascorse a mordersi la coda

Ore trascorse a mordersi la coda
contano, eccome: sono ore vita
comunque si declini la nozione
riguardo l’utile e il tempo perso
il da farsi, il già fatto e il faceto
movimento del tempo quando annoda
i fili incustoditi in un gomitolo
serrato che non si apre con le dita.
Il piede piega alla posa del cane.
Il richiamo è uno schiocco trancia-vento
altro che un angolo ampio in eccesso
non dispiega davanti alla paura
della bocca che mastica e va a vuoto.
Così le zampe si fissano a terra
le unghie – dure – si fanno radici.

 

(Da Il cane di Tokyo, Giulio Perrone Editore 2015)

Marco Bini, È forse un problema di temperatura

È forse un problema di temperatura
se la pellicola rende i fotogrammi
coi margini scontornati dal calore
– come l’afa estiva incolla lenzuola e fronti
nel sudore e fonde le estremità di giorni
adiacenti per le regole dell’insonnia;
allora una pulsazione cardiaca
è uno sconnesso battito di tamburo.
Sarà volgendo a un più rigido inverno
– la neve di soppiatto come una spia
a colmare frontiere e demarcazioni –
col favore della conservazione dei tessuti,
si osserva la mappatura delle cose
senza asperità e maggior definizione.
Si sente allora propagarsi come un cerchio
nell’acqua, dalla gabbia del torace un pulsare
– preciso – un tempo forte senza sbavature.

 

(Da Conoscenza del vento, Giuliano Ladolfi Editore 2011)