.Cecenia.
ad Anna Politkovskaja
Poesia per A.
Anna: se fossi stato quei proiettili avrei
deviato le nostre direzioni.
Se fossi stato la mano esecutrice
avrei aspettato un secondo in più
cosicché i tuoi smeraldi occhi
fissassero quelli dei tuoi aguzzini
cosicché capissero quel gesto
cosicché sapessero la verità
cosicché provassero il vero amore.
Anna, invece ero solo l’aria nefasta
che entrava e usciva
da quell’ascensore.
Ero solo uno scarafaggio schiacciato
nell’angolo sinistro delle scale.
Anna, ero solo la donna che urlò e pregò
quando vide il tuo corpo steso
sul rosso del rosso che era in te.
(Abbiamo solo due vie d’uscita:
libertà o morte)
Avevo appeso sulla luna un biglietto.
Ti aspettava fuori la finestra della cucina.
Volevo sapessi che ti amavo,
volevo sapessi che non
ti avrei abbandonata,
che ti avrei fatto ridere
con la mia involontaria stupidità.
Volevo vederti allegra come una bambina
che non ha fardelli sulla schiena
alla quale pensare.
Invece adesso anche a me il sorriso si
contorce, arricciandosi
come carta che brucia.
(E’ la tua immacolata immagine distesa.
Sono le buste da spesa che cascano
al suolo insieme alle tue gambe.)
Anna: sola, abbandonata
in questa cruda realtà. Sola,
come ottobre e la sua nudità
come chi cerca di raccogliere
petali di rosa inceneriti dentro
una gabbia di pantere arrugginite,
Anna: tu, loro, io, sappiamo:
questo giorno è per tutti.
Come è scritto
come è designato:
questo giorno è per tutti. Ma
Anna: hai raccolto a sufficienza;
non ti hanno screditato.
Anna svegliati, sei qui. Parla,
guarda, osserva quel passero
posarsi sui tuoi gerani:
canta: ti cerca:
vuole ringraziarti per non averlo
dimenticato, vuole dirti che
il tuo cuore, quei tre pezzetti,
battono e battono e battono e
vivono, vivono, vivono come
le parole; la verità che professavi;
il tuo rendere giustizia.
Anna: questo è il reato per la sentenza.
Verità = Morte. Ma
Anna hai raccolto a sufficienza.
Verità = Consapevolezza.
E anche se oggi restano, proseguono
i delitti sul selciato di ieri, oggi,
ancora oggi, resteranno le tue parole
come pietra calcarea sulla punta
più estrema degli Urali.
Pesa, e nessuno può scalfirla.
Pesa come la tua bellezza, come
il ricordo di una voce che non ha
più il nido della bocca.
Aurore boreali vagano nello spazio
tra stelle che non mutano mai.
Ciliegi tornano in fiore sopra
carretti ambulanti trainati da varani
e serafini zoppi. Il re può disinfettare
tutto il giardino del regno, ma l’edera
già ha i suoi piedi incollati ai lillà
e ai tulipani che circoscrivono il sole.
Anna: il mondo ti ha avuto.
Anna: il mondo ti ha ancora.
(Da Imàgenes Trasmundo, Albeggi Edizioni 2012)
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