Maria Benedetta Cerro, Sei la malattia che insinua nel sangue

Sei la malattia che insinua nel sangue
———————-la musica degli uccelli morti
che addormenta in letti alcolici
le parole indispensabili al canto.
Tu sei prato straziato dall’incanto
tomba di vermi e di poeti pazzi
———————-che un solo libro affossa
da cui germoglierà l’incontro.
Miracolo crudele
che ha guarito gli occhi
———————– ora ciechi
———————e dallo sguardo inverso –

 

(Da Lo sguardo inverso, LietoColle 2018)

Maria Benedetta Cerro, Relatività di un incontro

Io vivo qui. Tu non cercarmi altrove.
Nel luogo dove i sogni sono arbitrio
di pensiero, nello spazio in attesa
di un tuo gesto, fra i molti andirivieni
al banco della gabella. Sappimi
nella scienza inesatta dei tributi
nella perduta unità che diseque
fa l’opera e la vita. O non cercarmi
e mancherà il tuo segno all’uscio schiuso.
E se il tempo che resta è questo insulto
a una protesa immagine di festa
potremo ancora imporci una misura
cercarci in qualche minima certezza
e sia giusto lo spazio, giusto il vuoto.

 

(Da Licenza di viaggio, Edizioni dei Dioscuri 1984)