Michela Zanarella, L’inverno guarda i suoi silenzi di ghiaccio

L’inverno guarda i suoi silenzi di ghiaccio
la neve è arrivata solo a ridosso del cielo
nel c’era una volta di favole antiche
ma cosa cambia se a Natale la primavera
è meno distante.
Il tempo viene a noi
nell’attesa di una notte fonda
piena di luce
come potremmo ignorare l’amore
che torna per tutto il creato
che si creda o no
è un destino una fiaba una religione
ognuno in cuor suo è dono senza eguali
stella cometa o sole di qualcuno.

(Inedito)

Michela Zanarella, Sono ancora là (a Marina Cvetaeva)

Sono ancora là
dietro la polvere dei magazzini
i tuoi versi precoci di vita e di morte
ma non è vero che nessuno li ha letti
hanno messo le ali con la fragilità
e seguono la morbida legge che ti governa
spingono l’ombra di qualcuno – la tua?
Ma si, eccoti sulla fune tra le ombre del tempo
a dimenticare le ore, a curvare gli occhi tra le cupe lune.
Non ti rallegravano le albe e nemmeno il transito dei tram
non ti accorgevi nemmeno del vento eppure lo dicevi
che eri un uccello – io ti ho visto sul davanzale
mi guardavi come si guarda chi è libero
e canta e va tra un sogno e l’incenso.

(Inedito)

Michela Zanarella, E’ stata la notte

La notte nella sua luna imperfetta
smantella il silenzio
per sentirti meno lontano da me.
Adesso parlano gli occhi
che fanno rumore più del vento.
Nel buio la luce
si ritrova più viva del sole
come le lucciole sul fieno.

 

(Da L’Istinto altrove, Ladolfi Editore 2019))

Michela Zanarella, Raccontami

Raccontami
come cambia direzione il vento
e di come si consola l’erba
del bianco della neve.
Io so del gergo della terra
che hai calpestato,
di quei passi
che hai riempito di sudore
tra i rovi di montagna.
Non sono stata capace
di gridare a cuore aperto
quanto manca la tua voce
al mio respiro.
Raccontami
quale meta spetta
al nostro tempo
e quale ragione
sta nella mia sete
di silenzio.

(Da Le parole accanto, Interno Poesia 2017)