Sono ancora là
dietro la polvere dei magazzini
i tuoi versi precoci di vita e di morte
ma non è vero che nessuno li ha letti
hanno messo le ali con la fragilità
e seguono la morbida legge che ti governa
spingono l’ombra di qualcuno – la tua?
Ma si, eccoti sulla fune tra le ombre del tempo
a dimenticare le ore, a curvare gli occhi tra le cupe lune.
Non ti rallegravano le albe e nemmeno il transito dei tram
non ti accorgevi nemmeno del vento eppure lo dicevi
che eri un uccello – io ti ho visto sul davanzale
mi guardavi come si guarda chi è libero
e canta e va tra un sogno e l’incenso.
(Inedito)