Josef Koohestanian, Vita

Le parole che pronunci
sono termini, smarriti, che si riconoscono nel mattino.
Potessi esprimere un desiderio, ci incontreremmo, noi,
qualcosa direbbe “è vero”.
È vero, lo vorrei, proviamo a parlare.

Una persona mi ha detto: sii orgoglioso delle tue parole.
Ma sono io per primo che non so esprimere
il buio di una frase che mi coglie di sorpresa.
Attendo una notte per redimermi, un avviso perfetto.
Il tuo compimento. Lì io sarò con te.

 

(Da Vera Gioia, Tau Editrice 2020)

Josef Koohestanian, Tu mi hai abbandonato

Tu mi hai abbandonato
perché potessi osservare il cedro
in fiore, per contemplare
il riso di un uomo, anche questa
è bellezza per i tuoi occhi grandi
che vivono.
Se il mio dolore fosse anche il tuo,
diventerei la frase che sa pronunciare
lo sbocciare impudico di quei rami.
Ma io ammutolisco e cerco l’oscurità
di un altro Dio, cerco un cedro che
non sappia fiorire.
Liberaci allora dal male e se non vuoi,
non ti accetterò come un amico disarmato.
Perché era creatore il mio dolore.
Perché tu l’hai creato perché mi incitasse
a comporre frasi dal buio.

 

(Da Getsemani, Transeuropa Edizioni 2019)