Ero nel nervo spinale del bosco
e questo era tutto.
Ero un atleta sai? Dice una
delle voci in colpa, dice
ero come te ma più di te
e salivo il Ticino fino al ponte
di barche a Bereguardo, sotto
pneumatici e case galleggianti.
Di te so, cantavo Old Man River
e in fondo al perno dei remi
ho il ricordo dei pesci morti.
E tu, ragazzo, mi seguivi per fare
un piacere ad un uomo ubriaco
sul lungofiume, scheletro mio.
Tu altrove hai tentato di vivere
e sempre fallito, reso abile
ad essere odiato e così noi
dello stesso sangue potremmo
cantare Old Man River, coetaneo
astemio del mio legno scemo!
Affonda i denti del remo
e saliamo passato il ponte
della ferrovia: ecco il Me Kong!
Avevi trovato un cane morto
sui sabbioni tra le zanzare
e non ascoltavo gli aironi
delle tue passioni. E fai questo,
e fai quello! Resterai con un
piatto di pasta e del vino,
perfetta previsione del sangue.
Quant’è che siamo uguali?
E le furie sono sabbie auree
e anche tu, tu sei posseduto,
ossessionato dai capelli verdi
che navigano sotto l’acqua,
ossessionato dalla corrente.
(Da Meno di una pietra di calcare, Delta 3 Edizioni 2021)
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