Sarà più alto il tuo tremore natale
dall’ardito sotterfugio dei vespri,
dei cieli equestri sotto le caverne
a notti alterne sorvolate dall’orrore
d’una vittoria mai riconosciuta.
Intanto
le nubi del frastuono
tracimano di dubbi,
distillano la pioggia dall’amore,
ne fanno una questione di coerenza.
Le tue mani non stringono
nessuna verità,
i datori di lavoro e la loro
immensa carità
non lasciano altra scelta che vedersi
quando non c’è più luce.
Tre corvi indispettiti
fanno buona compagnia al tuo fantasma;
il nostro Dio più forte, il più nascosto
riempie di silenzi ogni interstizio
e quello che tra noi
era nato come un gioco
nel frattempo è diventato
il ritmo acuto della discontinuità.
(Inedito)