This is where the serpent lives, the bodiless.
(Wallace Stevens)
sognavamo un apparecchio automatico, un respiratore
lo splendore autonomo delle facoltà trascorse
fuoriuscito dalle crisi precedenti, il serpente
del vetro gli uffici caldi d’esistenza
fino alla bestia più orale
che dall’area calma si possa non tornare
il carico di vetro osceno e sorridente
nelle biblioteche di Verona e in Via dei Volsci,
il tuo esistere futuro inavvertito: tutto il cortile
consiliare è passato da qui; i tessuti umani
sono quasi incomprimibili
(Da Corpi sommi, Transeuropa Edizioni 2020)