Valentino Zeichen, La chiave gira nella toppa

La chiave gira nella toppa
simile a un apriscatole e
scoperchia la latta
È l’amica che apre
e mi sorprende a letto
con un’altra donna
Guarda e sì ritrae
come in presenza
d’un cibo avariato
Piange e richiude
la porta metallica
Mi ripeto…
il mio Cuore è sempre stato
come la porta girevole
d’un albergo a ore
dove si poteva entrare
e pernottare a piacere
riuscire in incognito
e senza rimpianti
Ora
vorresti istallare
una porta nel vuoto e
mettere una serratura di marca all’aria?

(Da Poesie, Mondadori 2017)

Valentino Zeichen, Come dirti ancora amore mio

Come dirti ancora amore mio,
mia, mio, adesso
che gli aggettivi possessivi
sono istruiti di dubbi, svogliati
e disaffezionati alla proprietà
abbandonano la guardia e disertano
lasciando sguarniti i beni privati,
concedendosi solo al plurale.

(Da Le poesie più belle, Fazi 2017)

Valentino Zeichen, La mattanza della bellezza

All’avvistamento della Bellezza
appena una polena che fende l’onda,
e all’istante sull’occhio critico
cala la benda nera del pirata
affilata cortellessa tra i denti
e inizia l’allegra mattanza
della sirena nella tonnara.
Ma in ambito letterario
l’innominato pratica il volontariato!
E rianima sperimentalisti smorti.

 

(Da Poesie 1963-2014, Mondadori 2017)

Valentino Zeichen, A domande mal poste uguali risposte

Pur vantando verosimile
ed onorevole servizio
la verità non sopporta che per troppe volte
le si rivolgano le stesse domande.
E replica da guanto che sfilandosi
lascia che il suo rovescio
venga scambiato per il dritto.
Dovento soddisfare
in maniera diversificata
gli interrogativi di molte generazioni.

 

(Da Poesie 1963-2014, Mondadori 2014)

Valentino Zeichen, Il Poeta

Presumibilmente,
sembro un poeta di alta rappresentanza
sebbene la mia insufficienza cardiaca
ha per virtù medica il libro «cuore».
Abito appena sopra il livello del mare
mentre la salute, la ricchezza, la purezza
e gli sport invernali
straziano oltre i mille metri.
Perciò mi ossigeno respirando l’aria
dei paradisi alpini
così arditamente fotografati
dagli scalatori sociali
nonostante la pericolosità dei dislivelli.

 

(Da Poesie 1963-2014, Mondadori 2014))