Roberta D’Aquino, ritorni come l’inverno sulle strade

ritorni come l’inverno sulle strade, all’alba
mi rovisti il freddo sulle gambe. ti sollevi
come vapore dalle labbra e canti novembre
insieme ai morti
cerco ancora di espiare la mancanza, elaboro
questo lutto. mai una fascia m’ha coperto
gli occhi mai – nemmeno – mi ha riportato te

 

(Da Il senso sparuto del vuoto, Terra D’Ulivi Edizioni 2016)

Roberta D’Aquino, dopo le nubi sopra il Golgota

ho bisogno, vedi, di parlare
per non lasciare al caso certe coniugazioni
i verbi delle azioni, le congiunzioni
e perdere definitivamente il senso
piccolo e profondo, nel pozzo
nell’acquitrino in cui siedo
sola e in cui scavo con i piedi

sono la ricerca, l’incudine, il piccone
e il secchio. sono l’acqua e mi riverso
bevendomi di viscere. sono
il cercatore

ho bisogno di sentire la tua voce
di specchiarmi nei tuoi vetri fin giù
dove il silenzio non è più brusio
dove l’abbraccio delle parole si tende
come una catena e cigola
intorno alla carrucola delle risalite

e tu sei
dopo le nubi sopra il Golgota, la pietra rotolata
dal sepolcro, il sudario vuoto, la testimonianza
nel modo di dirmi che sono
anche io

dono e sacrificio
frattale, duplicato originale di infinito. ripetizione
senza limite di tempo e forma
siamo raggiunti nell’unico punto
che nessuno vede

 

(Da Il senso sparuto del vuoto, Terra D’Ulivi Edizioni 2016)