ho bisogno, vedi, di parlare
per non lasciare al caso certe coniugazioni
i verbi delle azioni, le congiunzioni
e perdere definitivamente il senso
piccolo e profondo, nel pozzo
nell’acquitrino in cui siedo
sola e in cui scavo con i piedi
sono la ricerca, l’incudine, il piccone
e il secchio. sono l’acqua e mi riverso
bevendomi di viscere. sono
il cercatore
ho bisogno di sentire la tua voce
di specchiarmi nei tuoi vetri fin giù
dove il silenzio non è più brusio
dove l’abbraccio delle parole si tende
come una catena e cigola
intorno alla carrucola delle risalite
e tu sei
dopo le nubi sopra il Golgota, la pietra rotolata
dal sepolcro, il sudario vuoto, la testimonianza
nel modo di dirmi che sono
anche io
dono e sacrificio
frattale, duplicato originale di infinito. ripetizione
senza limite di tempo e forma
siamo raggiunti nell’unico punto
che nessuno vede
(Da Il senso sparuto del vuoto, Terra D’Ulivi Edizioni 2016)
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