Nazim Comunale, Anonimo Primitivo

Questa pietra è melodia remota
cava d’assenza
assorto l’aprirsi
fiori all’ape di remote dissonanze
il seguito è un passo più in là
il rosso è la mia fuga
e come graffio la carta è perché capita
e dove mi vede un’ombra.

(Da Chiamala febbre, Edizioni San Lorenzo 2020)

Nazim Comunale, Rammendare

Qui dentro grandina oramai
e non arriveranno il tempo per
il giorno in cui.

Il presente è una goccia
e non ha imparato a cadere.
Il passato è pane raffermo, tavola nuda.

Il futuro: il centro esatto del lago.
La gioia che allargava il respiro non tornerà.

Restano
il fondo di cattiveria di un bicchiere scheggiato
i primi nodi dell’ultimo respiro
la modernità, il fango, un cuscino bagnato.

Poi le sillabe della vita disattesa
i nomi che è meglio non scrivere
le cose che è meglio non pensare.

(Da Chiamala febbre, Edizioni San Lorenzo 2020)