Appoggiando l’orecchio senti la via dell’acqua
fra te e l’odio altrui. Senti lo spessore
senza dover misurarlo. Quanto si prepara
tra le falangi stese e l’apnea
che non ti è concesso interrompere?
Ha retto bene il diaframma
la forza concentrata in un incastro.
Ora è vicino il corpo sereno
la guancia che sa di pane
e l’occhio esclamato.
C’è il tuo respiro stretto alla nuca
l’occhio che sfiora l’occhio
addolcito nel sudore.
C’è questo spazio d’oscillazione
poco oltre il presente
mai avevi giocato con tanta grazia
come ora che deponi le forze.
(Da Sono un deserto, LietoColle 2019)