Maria Grazia Galatà, c’è molto freddo qui senza evoluzione e

c’è molto freddo qui senza evoluzione e
la luce ha attimi di silenzio una via d’uscita è
l’eco delle frontiere forse – sui gradini delle chiese
dove la voce la voce si fa sempre più ampia
nel giorno dei cavalli bianchi
mentre sciolgo i capelli entro ed esco dallo stesso
luogo immagine di stanza distante non riconosco
i tuoi /miei /interni offuscati conficcati nella parte
superiore di una coscienza coscienza
l’
attimo
oltre
je m’appelle je m’appelle

(Da Quintessènza, Marco Saya Edizioni 2018)

Maria Grazia Galatà, ambrata è quella vita sepolta

ambrata è quella vita sepolta
oltre il muro dell’innocenza
scandita nei secondi dei secoli

taci o brivido
all’acuirsi del sonno
retto appena nel nudo silenzio

luce che penetri l’abisso
trepida
questa vita sospesa

(Da Quintessenza, Marco Saya Edizioni 2018)

Maria Grazia Galatà, Negli inverni di notti violate

negli inverni di notti violate
da mille solitudini
mi fanno già male gli anni che
non avrò partendo da un informe
giaciglio giacendo inadatta
tale è là
frequenza di immagini
sovrapposte e
lunga è la mano che poggia
l’attimo nel tempio dei miracoli
quando tutto sembra perfetto

(Da Quintessenza, Marco Saya Edizioni 2018)