Una volta ci voleva regalare un bel cucciolo di cancro lo zio
che stava di casa vicino a quella topaia chimica in culo alla città,
diceva che tanto lui ce ne aveva un allevamento intero
e che si riproducevano come conigli infoiati che non sapeva
più dove diavolo metterli, che era costretto a darne qualcuno via,
noi a casa mia non ne prendemmo neanche uno e che tristezza e che pena,
papà diceva che un piccolo tumore in appartamento soffre,
che poi non ci mette niente a crescere e diventare grande e grosso,
perché quel tumorino paffutello era di quella razza che si fanno grossi così,
di taglia grande e quindi quattro mura non potevano far altro che soffocarlo,
che c‟avrebbe avuto bisogno di sgambettare indisturbato
e no di prendere il thè alle cinque con i pasticcini all‟arancia
e marmellate ai frutti di bosco, che poi quanto costa tenerlo su bene,
dottori e medicine per tenergli il pelo lucido e le vaccinazioni poi,
non abbiamo tempo noi e la passeggiata serale
con annessa pisciatina rigenerante, Dio mio,
ricordo che lo zio ci rimase molto male per „sta cosa, non si riprese più,
s‟era fatto bianco bianco e se ne stava con lo sguardo a fissare il vuoto,
fermo immobile nel suo letto e tutt‟attorno i suoi adorati tumorini
a tenergli compagnia, non posso proprio togliermelo dalla testa,
sbucarono parenti da ogni dove, ne trovavi dovunque:
nei cassetti per esempio, tra i calzini coi rattoppi e le mutande ascellari,
altri in frigo al posto delle uova, nella dispensa,
qualcuno nel cesso ci s‟era lanciato con un tuffo con avvitamento
coefficiente di difficoltà novepuntocinque, tantissima gente tutta per lo zio,
qualcuno tanto che era contento di stare in sua compagnia che
addirittura piangeva commosso, io pensavo “quant‟è bella sta famiglia unita
con tutto sto Bostik-affetto” quando mi si avvicinò mamma e mi fece:
“Ora tu sei grande e puoi capire, lo zio ci ha una brutta cosa”
che io rimasi lì su due piedi che altrimenti sarei stato una gru,
perplesso come non mai, me ne andai al cesso ad elaborare il lutto.
Come balene spiaggiate, ecco come ci sentivamo tutti.
(Da Caramelle dagli sconosciuti, LietoColle 2017)
Mi piace:
Mi piace Caricamento...