Una mattina come un’altra, all’alba,
si partirà per andar via di qua.
Insieme come sempre
per il solito viaggio all’altra casa.
Le sette per entrare in autostrada,
vedere il sole sopra le risaie
velato da una nebbia mattutina.
Accendere la radio
per le notizie di viabilità.
Un cappuccino all’area di servizio
e poi di nuovo in viaggio
agli ordini precisi di un TomTom.
Viaggiare insieme
e vivere gli istanti di una vita
in parallelo, senza differenza
tra me che penso solo ad arrivare
e te che ti abbandoni a un sonnellino.
Restarsi accanto e poi così vicini
come si sta in un vano d’ascensore.
Sentirsi respirare e darsi noia;
tu che pretendi aperto il finestrino
ed io che mi affatico
ad ascoltare il mio giornale-radio.
Essere in due, tu accanto a me
che sto di qua da te.
Così vicini
ch’io sento quasi come
il cuore tuo battesse dentro me.
Una mattina come un’altra, all’alba,
si partirà per andar via di qua.
Passato il tempo d’oro delle mele
verrà la volta di partire solo
e non sentirmi accanto
il cuore tuo che batte dentro me.
Sarà così, per una volta ancora,
solo una volta e l’ultima e da solo.
(Da Le fragili imperfette geometrie, Leonida Edizioni 2015)