Valentina Murrocu, La vita così com’è

Il tavolo al centro della stanza non
sa di essere un oggetto dato dal confluire
dei molteplici punti di vista io che ne sono
consapevole mi sento superiore ma
ne provo vergogna; tutti questi oggetti che nomino
come altri da me possiedono qualità sensibili che non
si danno senza un soggetto che permanga a questo penso
mentre scompongo il tavolo in una somma di forze
che è pari a zero: anche la vita è questa somma
di forze cui non sappiamo dare un nome
lo ripeto mentre cresce l’ansia dalla superficie
delle cose e manca un ordine formale
precostituito che sappia conferire un senso
se ripenso all’istante appena trascorso
oltre il caldo di maggio per esistere ancora,
compiutamente. Quando conferisco un nome
ad un oggetto compio un’operazione che mi è in parte
estranea il nome essendo una convenzione: anche voi
siete questo quando vi celate dietro una verità
di superficie e siete altro da voi stessi dite io
per paura di perdervi e mutate di continuo
se una forma di angoscia ci attraversa
e stare al mondo è più complesso. Vivere
con crudeltà estrema ed espletare le funzioni
biologiche sono la stessa cosa, mi ripeto
mentre osservo il tavolo sottrarsi
ad ogni scomposizione e conosco la vita
così com’è.

 

(Da La vita così com’è, Marco Saya Edizioni 2018)