Simone Burratti, In a Landscape

Il cielo si trasforma sotto gli occhi di chi guarda,
è piú veloce degli alberi che crescono,
piú lento dello sguardo che lo passa in rassegna
cercando qualcos’altro, ma che sia sempre al di qua,
da questa parte concava del cielo,
e quindi facce, progetti, ombre, ricordi
di appuntamenti persi con il tempo, e ancora sagome,
aerei, dita puntate, sogni, proiezioni – nuvole:
la piú insulsa forma d’intrattenimento,
perché il cielo si trasforma continuamente,
e si spegne, di regola, e delude
come sempre le cose che si amano.

 

(Da Progetto per S., Nuova Editrice Magenta 2017)

Simone Burratti, Sto scrivendo da un tempo diverso

Sto scrivendo da un tempo diverso,
dove tutte queste cose non sono piú importanti.
Ho sempre ferma in testa un’immagine di me
da bambino, e i suoi occhi sono buoni.
Vorrei che fosse l’unica immagine del libro,
ma è soltanto una mia proiezione, qualcosa che si è perso.
Scriverlo non significa salvarlo
ma tornare ad avere i suoi occhi per un attimo;
ripercorrere i movimenti della sua natura,
starlo a sentire, perdonare il suo futuro.

 

(Da Progetto per S., Nuova Editrice Magenta 2017)

Simone Burratti, Storia di una fine

1.
Non so dove stiamo andando, mentre proviamo a salvare
qualcosa. Le luci afferrano gli occhi con la stessa fretta delle
frasi automatiche.
“Ti amo piú di ogni altra cosa al mondo.”
“Anch’io.”
Strade poco memorabili di una città che non ci ospita. Pentimenti,
promesse e compromessi. Non sono felice.
2.
Non è bastato lasciare andare la vita, vivere cosí. Le contraddizioni
vengono sempre a galla. E dimmi che adesso è tutto
diverso, di nuovo. Che era la rabbia, o che ti sembra una cosa
troppo bella.
I tuoi cambiamenti improvvisi rimangono impressi piú di
quanto sia giusto. Dal telefono o qui, lontani come sembriamo.
3.
Sono stato peggio ogni volta che ho promesso,
che mi sono fermato a guardare una cosa diversa,
con questi stessi occhi che sanno allontanarsi
e decidere per me, quando voglio,
se voglio fare male.
4.
Le dinamiche del vero amore. Ci diamo tutto come fosse
niente, ma se poi qualcosa non va bene ritorniamo subito su
ogni posizione.
I soldi, i fatti, i pensieri dedicati: una memoria di ferro. Diciamo
di noi, come se fosse di altri: è stato un investimento
sbagliato.
5.
Gli ultimi tempi ti vestivi sempre meglio di me. Potevo solo
guardarti. Facevi altro e alla fine andavi via, dopo i giusti avvertimenti.

Tutto previsto e accettato. Ma io volevo solo le tue mani,
dammi quelle mani. Le piccole abitudini sono più importanti
di tutto quello che abbiamo perso.

 

(Da Progetto per S., Nuova Editrice Magenta 2017)