Vi saluto amici, poeti, spiriti inquieti.
Chi per la prima volta, chi per l’ultima.
È che siamo fragili.
E non dico di quella debolezza dei cuori o delle menti,
di quelle vie nebbiose che portano altrove dai nostri luoghi
dalle stanze troppo piene, dai letti dove sogniamo trame sminuzzate.
È che siamo fragili nei tendini e nelle ossa
nelle arterie che cedono come argini alle piogge.
È che tutte le nostre sussurrate
lettere e i pensieri e il nostro stesso nome
tenace come le colle dei minusieri
si rifugiano sotto la devota, ma insicura, cupola del cranio
che anche l’inesperto ladro può violare
e il ferro o un debole legno varcare.
Gli insetti sì che sanno resistere agli urti
le mosche contro i vetri
le tèrmiti resuscitando da città crollate
esoscheletri che non temono nulla.
I ragni, i ragni un poco forse ci somigliano: hanno barattato
la forza con l’arte di tessere il destino:
simmetrico e preciso, però, il loro
mentre il nostro si torce giorno a giorno
sbanda e si veste d’ogni genere di trucco
trasforma l’arma in trappola
il nutrimento buono in esca avvelenata,
si confonde e, in qualsiasi modo osservi,
si nasconde.
(Da Notizie dal 72° Parallelo, Joker Edizioni 2015)
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