Francesco Tripaldi, Drachenfutter

Lo abitiamo senza ingombro
quest’enorme spazio-frattura,
questo chiavistello d’anima pura
a bloccare l’ingresso dell’ombra;
aspirare un’estasi esatta
su una guancia di sale,
sussurrare parole d’oracolo
in una spirale disfatta,
scalare crinali cobalto
tra riflessi di luce
dell’alba che gracchia in gola alla luna.
Un timoroso suono di pace
in seguito ad una disputa
è il concetto di distanza
più affine
a quello di prossimità
che esista.

(Da L’individuo superfluo, Ronzani Editore 2022)