Ti sei mai chiesto perché quel modo attonito di restare in piedi
le ascelle ancorate come ganci alla giacca nel sudore freddo della pelle
mentre ancora un po’ di luce indicava l’ora pomeridiana da passare
in silenzio, da solo, senza programmi serali, lei appena uscita dalla porta?
-Me ne vado, è stata l’ultima frase apparentemente senza appigli. Avresti potuto
dire -aspetta…, un rigurgito di coraggio che ti è sfuggito di mano e sei rimasto in piedi.
Riuscivi a sentire la sua voce che al tassista diceva -stazione Termini per favore?
Riuscivi a spiare la sua faccia limata dalla rabbia e dalla pena? o magari
chiudendo gli occhi, la vedevi scrollare la testa per guarire dall’errore della noia?
Fuori dalla finestra gli alberi. Hai pensato al suicidio, in volo contro gli alberi.
Ti sei mai chiesto come è andata veramente?
(Da Di questo mondo, Nino Aragno Editore 2013)